Teatro Forsennato/Dario Aggioli
Le Figurine Mancanti 1978
con
Dario Aggioli, Angelo Tantillo
ideato e diretto da
Dario Aggioli
disegno luci Dario Aggioli
consulenza Isabel Cortes Nolten
scenografie Irene Marini
aiuto-regia Susan El Sawi
Due figure raccontano due eventi all’apparenza molto distanti.
Un bambino racconta i mondiali che si svolgono in Argentina. A lui interessa solo il gioco del calcio e non vede quello che c’è intorno, vuole rimanere bambino e da tale si comporta: come tutto il resto del mondo pensa solo alle partite e al momento in cui la coppa sarà levata al cielo. Un altro bambino racconta il dramma della dittatura e dei desaparecidos. Lui vede quello che c’è intorno e per questo non vuole più giocare. Come si può giocare per una nazione sconvolta dalla dittature e desiderare di alzare la Coppa del Mondo nel proprio paese.
Argentina'78. Molte figurine ce l'ho, alcune son doppioni, altre desaparecidos.
L’improvvisazione si sposa con la ricerca propria del teatro di narrazione. Il lavoro sul linguaggio improvvisativo di Teatro Forsennato si innesta nel linguaggio di questa forma di teatro, rivisitandolo e ribaltandolo. Le due tematiche, quella sportiva e quella storico sociale, si intrecciano fino allo scambio da parte dei narratori delle due storie.
RASSEGNA STAMPA
Quel che colpisce e attrae è la dimensione del gioco cui è ridotta, contrastata, l’angoscia per un simile dolore; mescolarlo al calcio, alla storia sportiva di quel campionato del mondo, è la carta vincente dello spettacolo. A questo va aggiunta la funzione della musica che è importantissima e anch’essa va a contrastare la materia, una leggerezza attorno all’orrore inappellabile.
Simone Nebbia, Teatroteatro.it
Le figurine mancanti del 1978 è uno degli spettacoli più riusciti degli ultimi anni (ha debuttato nel 2006), che si distingue nel panorama del teatro contemporaneo italiano a tutti i livelli imponendosi per i risultati ottenuti. [...] Per quanto il racconto si faccia sempre più terribile è sviluppato sempre su un registro ludico, in un crescendo parossistico sostenuto da una performance viva dei due attori, sul palco e in platea [...] Le figurine mancanti del 1978 dovrebbe essere visto da tutti, specialmente oggi in un periodo di tentazioni revisioniste, girando magari nelle scuole come esempio tra i più alti di teatro civile e della memoria. Il Teatro Forsennato è una compagnia da seguire e da sostenere con una presenza copiosa in platea, in un reciproco conoscersi, riconoscersi e ritrovarsi, tra pubblico e attori, tra cittadini diversamente impegnati, squisitamente politico.
Alessandro Paesano, teatro.org
Siamo così cechi e presuntuosi da credere fermamente che sia finita per noi oggi? Basta ancora una partita di calcio per dimenticare le atrocità che ci circondano? Dobbiamo aspettare altri 30, 50, 100 anni per porci domande veritiere? Questo spettacolo merita di essere visto, vissuto e sperimentato insieme ai suoi protagonisti, questo spettacolo ci ricorda cosa vuol dire civiltà e lo fa utilizzando il più disarmante dei canali comunicativi, lo fa spiegandoci le cose come se fossimo ancora dei bambini di 5 anni. Possiamo ancora spudoratamente fingere di non aver capito? Sì, se il pubblico non accorre numeroso.
Aurora Caliendo, Arteatro
La ricerca de “Le figurine mancanti del 1978” è accurata nel presentare i fatti essenziali di un anno “fuori dal mondo”. Questa, adeguatamente resa dalla formale semplicità del disegno luci che scompone lo spazio in poche aree abitabili tinte di atmosfere diverse, è la sensazione: che ci si trovi in un angolo di fantascienza in cui è permesso a uno o più paesi (vengono esplorate in una partita di Risiko le “complicità” di Usa, Urss e Vaticano) di fare il proprio sanguinoso corso in totale libertà, mentre l’attenzione del resto del mondo è focalizzata su eventi di costume, su coppe d’oro massiccio, bandiere e nomi di calciatori famosi. Tutto molto in linea con l’atteggiamento del “bambino che gioca alla guerra”, che insegna e compie torture come fossero esercizi di aerobica, partecipa a manifestazioni in Plaza de Mayo come fossero girotondi, lancia prigionieri dall’aereo come fossero doppioni di figurine. Alla ricerca di una verità sgombra di speculazioni filosofiche, per un teatro d’inchiesta che sia anche e soprattutto narrazione, filtro poetico, oggetti comuni (coperta, secchio, bandiera) che parlano e sinergia teatrale. Tutte parole chiave di questo teatro della presenza e dell’essenzialità.
Sergio Lo Gatto, KLP Teatro
Il teatro di Dario Aggioli, parallelamente a quello di Teatro Forsennato, associazione da lui fondata, è l'esempio di come teatro di denuncia, teatro di narrazione, professionalità artistica e sensibilità umana si possano unire in un percorso di divergenti visioni e molteplici esperienze teatrali proiettate verso un comune sentire.
Emanuele Truffa Giachet, Meltinpot News